Acquisto copie per coprire le spese, doppio binario (alcuni autori pagano, altri no), mi pubblica gratis ma quanto devo sbattermi per promuoverlo, autopubblicazione presso la tipografia del cugino del portinaio, ciclostile anni 70 dall’amico che abita in cantina, fotocopia da chiavetta usb fatta di sfroso in ufficio o dalla cartolaia che sospira quando ti vede, ebook ah come mi sono trovato bene non devo rendere conto a nessuno. Fuori da questi esempi estremi, in Italia, ogni giorno, vengono pubblicati 400 nuovi titoli. Un numero impressionante che il mercato non può metabolizzare. In più, mettici il proliferare di servizi online che...
Gli aspetti visionari della scrittura
Odio la poesia! Non ho mai coscientemente voluto “ascoltare” i vagiti intimistici dei poeti. Poi lessi “Autonomia ed eteronomia dell’arte” di Luciano Anceschi che mi guidò nelle sue ultime lezioni universitarie tenute, nei primi anni ottanta, nell’Ateneo di Bologna. Con la sua guida riuscii a comprendere il fascino delle “Poetiche del Novecento”. Con lui mi appassionai addirittura alla fredda, industriale poetica del Futurismo, a quella poetica che mi avevano insegnato essere di matrice culturale fascista e per questo da disprezzare, in una Bologna da sempre “rossa”. Fu un lampo che di reazionario non aveva nulla ma che mi permise di...
L’arte della parola
L’arte, secondo la definizione di Joyce, è disporre degli oggetti per finalità estetiche. Oggetti, sì, trattandosi di arti figurative, quali la pittura, il disegno, la scultura, l’architettura. La per ciò che concerne la “parola”? Parola, Logos per i Greci, Vak per il pensiero induista corno forza creatrice. Ma non in senso metafisico religioso, come solitamente s’intende, bensì come. atto umano. Scrivendo queste riflessioni, mi è venuto di pensare a quanto afferma D’Annunzio, secondo il quale un. ordine di parole vince in efficacia una formula chimica. Ma che cos’è la parola in poesia se non qualcosa che ha un potere evocativo,...
La maestra
Una mattina, alle sette e cinquanta, ricevemmo una telefonata dalla donna che ci faceva le pulizie. “Non posso venire, il bambino ha la febbre e non lo esco”. Anni dopo, ho sentito dire: “Adesso esco il cane che lo piscio”. Abitavo in via Numa Pompilio. A volte l’indirizzo sulle lettere era scritto: Numa Pompiglio. Tutti – interlocutori e mittenti delle lettere – erano italiani. Da un po’ di giorni ricevo avvisi quotidiani che il mio conto PostePay è bloccato. È facile capire che è una truffa: è scritto in un italiano che non lascia dubbi. E poi non ho conto...
Chi è l’intellettuale?
Ho già riflettuto sul tema. Ci ritorno. Ci ritorno per riflettere se l'intellettuale deve reagire di fronte alla violenza operata dal mondo esterno, o, invece, rimanere nella sua torre d'avorio. Non ha senso, oggi, rimanere trincerati nella torre d'avorio. Uno scrittore lontano dal mondo della tragedia, farebbe solo un'operazione cerebrale; produrrebbe un sogno. Sognerebbe un paradiso o un inferno; storie, comunque, con personaggi fittizi, senza il phatos di chi vive fronteggiando la cruda quotidianietà. Chi è l'intellettuale? È colui il quale, al di là di mode e miti transeunti, deve produrre, per lasciare eredità alla storia futura. Deve essere, oltre...