La lettura dei racconti di Carlo Lottek Landriscina, è un’esperienza non solo intellettuale ma anche fisica ed emozionale.
Attraverso le sue parole, entriamo in punta di piedi nella vita dell’autore, nella Milano di ieri e di oggi, nello stupore del Lago Maggiore e di altri luoghi. E poi, quasi senza rendercene conto, ci mettiamo comodi a osservare personaggi e vicende e ad ascoltare, a volte, un dialetto sconosciuto a molti ma orecchiabile e divertente. È bello conoscere i caratteri stravaganti di Porta le mentine.
Lo scrittore di racconti è un coraggioso, è un prode che si avventura in un’espressione narrativa che ha sempre bisogno di editori intelligenti e acuti. Il racconto deve, in uno spazio limitato, abbracciare tutti i sensi e trascinare il lettore nel mondo che ha creato in poche righe. Per questo i racconti coinvolgono, se ben scritti, più di un romanzo lungo e articolato. E quest’opera di Carlo Lottek Landriscina ci restituisce un mondo pieno di spessore, filtrato attraverso i ricordi e la vita vissuta.
I racconti di Porta le mentine hanno un sapore amaro e dolce al tempo stesso, di un’epoca inevitabilmente perduta ma ancora così presente nell’esistenza dell’autore da tornare a esistere nei suoi scritti. Quasi con prepotenza. In questa nuova forma, come crisalide o come fenice sonnacchiosa, ci solletica gli occhi e il cuore, tenendoci per mano lievemente con uno stile colmo di pacata passione per la vita stessa.
Alessandra Felli
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