“Occhi di burro” è un racconto a fumetti che supera i confini della narrazione per diventare esperienza emotivo-intellettuale e, soprattutto, riflessione sul tempo e sulla cultura.
Nascosti o palesi sono i rimandi alla “ribellione” musicale del decennio ’80-‘90, ai centri sociali e ai frammenti di una controcultura che si è dissolta lasciando l’amaro in bocca. Ogni tavola disegnata da Casdan rappresenta il tassello di una vita fatta di ricordi transgenerazionali che si snodano lungo tutta una serie di vicissitudini che vedono coinvolto un ex musicista catanese.
Il protagonista di “Occhi di burro” ha vissuto a suo modo gli anni migliori del rock nella sua città e oggi ha appeso il microfono al chiodo per via di un’assurda patologia degenerativa comportamentale con la quale si trova costretto a convivere. La malattia lo porterà a sovrapporre a quel suo passato di tutto rispetto un presente quasi del tutto anonimo: solo una vecchia amicizia gli consentirà di percepire ancora momenti di lucidità che gli daranno conforto in un sorta di viaggio nel disfacimento, personale e collettivo.