Quando ho cominciato a leggere questo libro di Pippo Nasca ne sono rimasta dapprima profondamente sorpresa, poi persino lusingata e infine ammaliata. La sorpresa è stata nello scorgere sin dalle prime righe il mio nome e la lusinga nel capire che lo spunto narrativo giungeva da un precedente racconto scritto da me e in cui, da visitatrice fuggevole, descrivevo alcune delle meraviglie di Catania. Tra flash di scorci rubati con fretta dallo sguardo e le illusioni di un volo onirico, trovavo nello spirito di Giovanni Verga il mio personalissimo Virgilio; un’escursione in bilico tra reale e irreale, tra sogno e verità, ma sin troppo breve per poter cogliere a fondo l’essenza di un luogo magico come la città etnea per eccellenza.
Ilaria Ferramosca
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