“Favola” è il titolo che Vera Ambra dà a questo suo canto, in versi di varia lunghezza, il cui capoverso, spesso una parola sola, talvolta una frase di due o tre parole, funziona come chiave che di volta in volta apre a sorpresa, anticipando i contenuti di quei piccoli scrigni.
Favola nel senso di narrazione fantastica, di invenzione letteraria, fantasia che si contrappone alla realtà storica? Narrazione, certo: racconto di qualcosa che “non è presente e neanche futuro”.
Quella magia che la stessa autrice chiama “poesia”, quell’aprire gli occhi per guardarsi dentro. Tanti modi – e nessuno, in vero – per definire la poesia: e, in fondo la stessa autrice non la definisce, quando di essa dice che è “favola”, una favola nuova “come un giorno che sorge senza progetti”.
Una poesia che sfugge, quindi, a ogni possibile definizione, che si definisce soltanto nel “farsi”, nel momento magico – quell’attimo “divino” – nel quale essa appare.
In questo mondo misterioso, universo di misteri è già lo stesso animo dell’uomo. Poesia, se non altro, è “occhio”: occhio per leggersi dentro, per indagare nell’intricato groviglio dei propri sentimenti, delle emozioni, tensioni, per rovistare nello scrigno degli incantesimi riposto al fondo del proprio “io”.
Favola
La favola che scrivo
è nuova come un giorno
che sorge senza progetti
Un sogno che si fa strada
nell’attesa che arrivi
l’ora d’incontrarti
e ti stringo a me
prima che la bocca
respiri la vita dalle tue labbra
€5.00
Dettagli del Libro
Publisher | Akkuaria |
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Language | Italiano |
ISBN | 978-88-6328-294-8 |
Released | Ottobre 2016 |
Formato | Cartaceo |
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