Un Tempo per la Guerra e un Tempo per la Pace vuole indagare con il linguaggio della poesia il delicato rapporto uomo/donna quando s’infrange, partendo dall’osservazione di fatti di cronaca che mettono in evidenza delle peculiarità sempre più delineate di povertà emotiva.
Celermente la società civile si sta intessendo di eventi drammatici sino agli epiloghi peggiori, a causa dell’incapacità di comprendere il valore dell’alterità.
E proprio a causa di ciò ci si può trovare dentro una guerra che non si è voluta ma alla quale si è necessariamente chiamati a combattere.
A volte, vengono precettati anche i figli, pericoloso fenomeno di manipolazione e strumentalizzazione, per potere portare a termine con successo il lavoro distruttivo dell’altro.
E la guerra è fatta di dispendio di energie morali e vitali. E dopo la guerra, la pace può anche portare con sé l’amaro in bocca per chi o cosa si è voluto o dovuto sacrificare.
Un sacrificio che nessun Dio ha mai chiesto sull’altare delle offerte.
Un sacrificio egoistico e feroce.
Un Tempo per la Guerra e un Tempo per la Pace, grazie alla metafora e alla simbologia, sgombra il campo denotativo dalle comuni oggettività per permettere un approdo più profondo e sentito dentro le tesi e le e antitesi dello svolgersi e del dipanarsi della vita nell’alternanza degli eventi, privilegiando la percezione del sentire.