La poetessa Mariannina Coffa Caruso, detta "La capinera di Noto", "La Saffo netina", nacque nel 1841 a Noto (Siracusa), dove morì nel 1878, a 36 anni, 3 mesi e 6 giorni. Fu una bambina sensitiva e precocemente ispirata che il padre, noto avvocato patriota, impegnato nelle rivoluzioni del 1848 e del 1860, si compiaceva di fare esibire nei salotti e nelle accademie con le sue poesie improvvisate su temi dettati estemporaneamente. ', ' Dopo qualche anno di collegio in cui imparò versificazione e un po' di francese, mentre solo i suoi fratelli poterono apprendere anche il Latino, le fu messo...
Gli aspetti visionari della scrittura
Odio la poesia! Non ho mai coscientemente voluto “ascoltare” i vagiti intimistici dei poeti. Poi lessi “Autonomia ed eteronomia dell’arte” di Luciano Anceschi che mi guidò nelle sue ultime lezioni universitarie tenute, nei primi anni ottanta, nell’Ateneo di Bologna. Con la sua guida riuscii a comprendere il fascino delle “Poetiche del Novecento”. Con lui mi appassionai addirittura alla fredda, industriale poetica del Futurismo, a quella poetica che mi avevano insegnato essere di matrice culturale fascista e per questo da disprezzare, in una Bologna da sempre “rossa”. Fu un lampo che di reazionario non aveva nulla ma che mi permise di...
L’arte della parola
L’arte, secondo la definizione di Joyce, è disporre degli oggetti per finalità estetiche. Oggetti, sì, trattandosi di arti figurative, quali la pittura, il disegno, la scultura, l’architettura. La per ciò che concerne la “parola”? Parola, Logos per i Greci, Vak per il pensiero induista corno forza creatrice. Ma non in senso metafisico religioso, come solitamente s’intende, bensì come. atto umano. Scrivendo queste riflessioni, mi è venuto di pensare a quanto afferma D’Annunzio, secondo il quale un. ordine di parole vince in efficacia una formula chimica. Ma che cos’è la parola in poesia se non qualcosa che ha un potere evocativo,...
Chiacchierando di poesia
…”Perché l’amore mi si offrì e io mi ritrassi dal suo inganno; il dolore bussò alla mia porta e io ebbi paura; l’ambizione mi chiamò ma io temetti gli imprevisti!”… Chi meglio dei versi dell’indimenticabile Edgar Lee Masters, che ha affascinato più di una generazione, potrebbe introdurci alla Poesia? Cos’è dunque la poesia? Chi è il poeta?... Il poeta è un creatore di parole, un giocatore “linguistico” che sussurra discreto, un esteta, che ricerca pienezza, sensualità, appagamento nel verso…così in D’Annunzio nelle Stirpi Canore: “I miei carmi son parole delle foreste… tremule come le fronde del pioppo…tenui come i teli...
Il pensiero utopico nel terzo millennio
…e improvvisamente il Dio comparve davanti a lui. “Cosa ti succede Mida?” disse. “No ho forse esaudito i tuoi desideri, non sei forse l'uomo più ricco del mondo?” “Sì, sì mio signore, ma sono anche il più infelice, ho perduto mia figlia e tutto questo non vale niente per me senza di lei. Toglimi il tocco d'oro, fai tornare ogni cosa come prima e non cercherò più di accumulare ricchezze al di là dei sogni umani”. Mida è colui che incarna meglio di qualunque altro l'utopia di oggi, dove il denaro rappresenta il simbolo del potere, della sicurezza, della superiorità,...
Moralità? È questione di cultura
Spesso mi domando perché l’uomo non abbia mai saputo trovare il modo di condividere la terra e l’insieme del creato con se stesso. Ossia, l’Umanità, considerato come genere unico, dovrebbe aver potuto vivere in pace, in maniera del tutto naturale, essendo un complesso di simili, pur nella diversità fisica e personale, attraverso un’equa e giusta distribuzione delle cose terrene ad essa affidate. Invece è grave che l’immensa ricchezza interiore degli uomini sia stata sempre utilizzata, quasi normalmente, a fini egoistici. Già dalla sua genesi la mano di Caino si levò alta nell’aria per colpire il proprio fratello. Viaggiando nella letteratura...
La funzione poetica nell’istruzione manageriale
Può un manager dal solo dato dell’aumento della produttività o delle vendite concludere che la propria azienda è sana? E poi: In un mondo di squilibri sociali, di massificazione ideologica e culturale, in questa pericolosa mostruosità di appiattimento di pensiero e fantasia, mi sono chiesto, come altri sicuramente si chiedono, “qual è il ruolo della poesia?” Nella Magna Grecia Platone riteneva che l’arte in generale fosse un gioco, infatti non produce danni, né ha alcuna utilità pratica; ma criticò duramente i poeti perché, a suo dire, manipolatori della realtà, falsi e bugiardi. Per Aristotele l’arte, come il gioco, pur non...
La poesia al femminile del 900
Assenza, marginalità, ombra sono gli attributi che la prof. Ferrario Denna nella sua bella relazione sulla poesia femminile del '900, assegna al tentativo, fatto dalle donne dei secoli passati, di esprimersi attraverso la scrittura. Una scrittura che fosse autentica e al di fuori dei codici espressivi stabiliti dall'universo maschile. Fino al'900 la donna è stata sostanzialmente pensata, scritta, immaginata, cantata dai poeti, dipinta, scolpita dagli artisti, ora vorrebbe appropriarsi di un linguaggio che le consentisse di potersi dire, immaginare, pensare. Gettando uno sguardo al secolo appena trascorso sorge subito la difficoltà di classificare la gran quantità di voci presenti, spesso...
Arthur Rimbaud il padre della poesia
Rimbaud, Arthur (Charleville 1854 - Marsiglia 1891), poeta francese. Fin dalla prima infanzia si distinse per i successi scolastici, che spinsero gli insegnanti a incoraggiare i suoi primi, geniali esperimenti poetici, già audaci nell'uso della sintassi e della versificazione. Rimbaud, Arthur (Charleville 1854 - Marsiglia 1891), poeta francese. Fin dalla prima infanzia si distinse per i successi scolastici, che spinsero gli insegnanti a incoraggiare i suoi primi, geniali esperimenti poetici, già audaci nell'uso della sintassi e della versificazione. Il suo carattere impulsivo e incline all'avventura lo condusse più volte alla fuga, coinvolgendolo in traversie che lo portarono anche all'arresto. Nel...
L’eros si fa poesia
Un'ampia e ragionata scelta di liriche di Domenico Tempio, dove l'eros si fa poesia, è quella proposta da Francesco Giordano nel suo Domenico Tempio, cantore della libertà. Giordano introduce, con un articolato e appassionato saggio, le strofe trasgressive del poeta catanese, inquadrandone la vita nel contesto culturale dell'Illuminismo settecentesco e nella storia del capoluogo etneo, dove Tempio cantò, da uomo colto e patrizio, la "carestia" che affliggeva perennemente il popolo e lo affamava, nello stomaco e nel sesso. In più, l'autore svela un Tempio non indifferente alle istanze spirituali e iniziatiche tipiche dell'ambiente frammassonico che frequentò e che lo portò...