Duecento anni di Guardia di Finanza a Modica attraverso le inedite testimonianze d’archivio e i diari storici del Corpo.
Un racconto che offre al lettore uno spaccato della vita della comunità modicana attraverso fotografie, documenti e ritagli di giornale che il Colonnello (ausiliaria) Gerardo Severino, Direttore del Museo Storico della Guardia di Finanza ed esperto di storia militare, insieme al giornalista Vincenzo Grienti, hanno raccolto in due anni di ricerche.
Un lungo excursus pubblicato in “Fiamme Gialle a Modica. Cenni storici e cronache operative” (Edizioni Akkuaria, 2022) che prende le mosse dagli ultimi anni del governo borbonico, dalla Spedizione dei Mille e dall’Italia unita fino ai giorni nostri. Un viaggio attraverso il contrasto al crimine e al contrabbando di tabacco e polvere pirica, ma anche di grano nei periodi in cui la Contea venne investita da carestie e pestilenze. E’ il racconto di due secoli di storia di attività investigative, ma anche di vicinanza alla popolazione nei momenti difficili dell’alluvione del 1902.
“Un rapporto inscindibile quello che esiste tra le Fiamme Gialle e la cittadinanza del territorio modicano, oggi ancora una volta messo alla prova dalla necessità di far fronte ad una nuova sfida – scrive nella presentazione al volume il Colonnello Giorgio Salerno, Comandante Provinciale della Guardia di Finanza di Ragusa – quella legata alla emergenza sanitaria che stiamo vivendo anche in questo angolo di Sicilia in seguito alla pandemia provocata dal virus Covid-19”.
Per lo storico dell’Università di Catania, Giancarlo Poidomani che firma la prefazione “attraverso la storia delle Fiamme Gialle è possibile leggere quella dell’Italia, dall’unificazione ai nostri giorni”.
E’ così che “la storia della Guardia doganale a Modica si intreccia con la storia economica di una città allora ricchissima di mulini per macinare il grano, grazie ai numerosi corsi d’acqua attraversati da ponti e ponticelli che facevano di Modica la Venezia del sud” aggiunge Poidomani. Le guardie, oltre al contrasto del contrabbando erano impegnate a far rispettare il famigerato e impopolare dazio sul grano.
Con la costituzione della Regia Guardia di Finanza nel 1906 come Corpo di Polizia militarmente ordinato, Modica continuò a dipendere dalla Compagnia territoriale di Pozzallo.
Non mancarono peró finanzieri modicani che si distinsero per atti di coraggio ed eroismo soprattutto nel primo conflitto mondiale. E’ il caso di Giorgio Di Rosà, Salvatore Caporlingua tra i caduti della Grande Guerra oppure le Fiamme Gialle Emanuele Giunta e Giuseppe Ricottini in seguito alla disperata resistenza opposta in occasione dello sbarco alleato in Sicilia del 10 luglio del 1943, fino al finanziere modicano Giovanni Blandino, caduto in Albania nel 1943, a cui è stata intitolata la Caserma che ancora oggi è sede della Guardia di Finanza a Modica.
Tre anni dopo le vicende di questi protagonisti, il 18 luglio 1946, a Modica, riapriva i battenti la Brigata della Guardia di Finanza. Erano gli “anni difficili” che poi Luigi Zampa avrebbe narrato attraverso una celebre pellicola cinematografica , quelli in cui si usciva dal baratro della Seconda Guerra Mondiale.
“Dal 1946 ad oggi la Guardia di Finanza di Modica ha maturato una storia veramente affascinante che merita di essere raccontata – spiega il Colonnello Gerardo Severino -. Non solo per l’impegno nel contrasto alle attività criminali nella città della Contea, ma soprattutto per la stessa presenza dei Finanzieri nel circondario modicano, sia prima del 1877 che dopo il 1894. Tutti contesti storici nei quali certamente il Corpo non trascurò né la città di Modica, né i suoi ricchi Mandamenti e Comuni”.
Una storia nella storia quella delle fiamme gialle a Modica. Non una cronaca temporale, ma “una storia di uomini e di militari che operarono nel silenzio del vivere quotidiano, cercando di affermare i principi della legalità e del rispetto del prossimo – aggiunge il giornalista Vincenzo Grienti – È anche la storia di eroi, di persone coraggiose che sia in pace che in guerra si prodigarono in nome di quel Dovere per il quale avevano prestato giuramento, di gente d’altri tempi, insomma, che profuse, anche a rischio della vita e in certi casi con il proprio sangue il cammino delle Fiamme Gialle d’Italia.
I finanzieri operarono nel silenzio delle cronache, spesso trascurati dalla stampa locale e dagli altri mezzi di comunicazione. Eppure le Fiamme Gialle di Modica, nel lembo a sudest della penisola, hanno contribuito alla crescita del Paese e alla rinascita del senso e del significato più profondo di Patria dopo la fine di quel tremendo conflitto mondiale, al quale anche loro parteciparono, come ricorda il sublime sacrificio del Brigadiere Giovanni Blandino, il cui nome onora oggi la Caserma di Corso Umberto I”.