Quattro donne: devono sopravvivere alla guerra, alla fame, ai pericoli, al rancore che le divide, ma soprattutto sopravvivere all’amore. Un amore devastante che porta al tradimento e all’omicidio, un amore contro le regole imposte da una società chiusa nella gabbia delle finzioni.
In un’Italia che dalla tragedia della Prima guerra mondiale scivola verso le immani catastrofi della Seconda, sullo sfondo di un fascismo che, con violenza dilagante, diventa dittatura, Anna, Silia, Renata e Carmen tentano di dare un senso alla propria vita con l’entusiasmo della gioventù, e si appoggiano l’una all’altra nello sforzo di creare una attività che sia fonte di guadagno ma soprattutto di indipendenza.
È Carmen che raduna intorno a sé, nella Bologna degli anni ’20, le tre amiche per organizzare un’attività
di ricamo che in breve si rivela lucrosa. Ma con i primi guadagni cominciano anche le incomprensioni.
Ne consegue, fra loro, un prolungato conflitto, cui fa da sfondo il nero ventennio fascista. Quando il figlio di Carmen viene misteriosamente assassinato, comprendere chi sia stato a uccidere e a scatenare l’odio significa risolvere un vero e proprio giallo.
Con stile e fluidità nel raccontare, Nicoletta Filippini Rubei ci consegna una grande storia d’amore che s’intreccia con le vicissitudini storiche di quel travagliato periodo.
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