In men che non si dica si aggiunge un’altra pubblicazione alla collezione dei racconti di Elena. L’uscita di questo nuovo libro era in programma per Natale ma, un colpo di testa improvviso ha fatto sì che per quest’anno il “Natale” lo festeggeremo a Ferragosto, magari sotto un ombrellone!
Ogni volta che affronto una nuova pubblicazione, è sempre una scoperta in più. La lettura dei suoi racconti – che pur amplificati da una ricca e potente fantasia (purtroppo non sono episodi inventati ma realmente vissuti) hanno un che di fascino che cattura il lettore più del miele le mosche.
Adesso è da qualche anno che la seguo, ma più che altro la inseguo, e pur credendo di conoscerla in profondità, riesce ancora a stupirmi. Come la prima volta che l’ho scoperta.
Per quanto la sua è una vita vissuta all’aperto e alla vista di tutti – in tutti i sensi; e se ne rende conto chi la segue sul Facebook – a ogni nuovo post aggiunge un particolare in più.
Questa volta ho scoperto che da bambina è stata protagonista di una sua protesta formale contro lo sboscamento di un terreno che era il suo bosco magico. Dall’alto dei suoi pochissimi anni, si è arrampicata sulla cima più alta di un albero e vi è rimasta (al freddo) per nove ore. Nemmeno il questore del tempo è riuscito a farla desistere. Sono convinta che li abbiano dovuta buttare giù con tutto l’albero!
L’altra sera, invece, in un momento di abbandono confidenziale, mi ha confessato che vorrebbe realizzare il sogno di partecipare a un corso di scrittura creativa. Mi è venuta subito la voglia di ridere a creapapelle… e senza pensarci un attimo ho risposto che forse sarebbe dovuta essere lei a condurre un laboratorio.
Non credo che Elena abbia bisogno che qualcuno le dica come scrivere o uniformarsi a quelle che sono le mode che imperano nel campo editoriale moderno. A me piace così com’è. Forse potrei definirla una scrittrice naif. Lei non è per nulla una di quelle scrittrici che si mettono a tavolino e progettano un racconto o un romanzo. Assolutamente no! Lei è un talento naturale, un musicista che non sa leggere uno spartito ma che suona mirabilmente qualsiasi strumento si trova per le mani. Lei ha soltanto il bisogno di esprimersi nel preciso istante in cui l’emozione si forma ed esplode.
La sua stessa fragilità è il vero punto di forza che la sostiene. Una forza che quando irrompe, travolge, stravolge e trascina tutti con sé nel suo meraviglioso mondo fantastico, dove si nasconde la purezza de pensiero e svela la parte chiara e autentica della faccia della realtà.
Vera Ambra
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