Un’ampia e ragionata scelta di liriche di Domenico Tempio, dove l’eros si fa poesia, è quella proposta da Francesco Giordano nel suo Domenico Tempio, cantore della libertà. Giordano introduce, con un articolato e appassionato saggio, le strofe trasgressive del poeta catanese, inquadrandone la vita nel contesto culturale dell’Illuminismo settecentesco e nella storia del capoluogo etneo, dove Tempio cantò, da uomo colto e patrizio, la “carestia” che affliggeva perennemente il popolo e lo affamava, nello stomaco e nel sesso.
In più, l’autore svela un Tempio non indifferente alle istanze spirituali e iniziatiche tipiche dell’ambiente frammassonico che frequentò e che lo portò sempre ad osannare la libertà – repressa e osteggiata nella Catania barocca, nobiliare e clericale del suo tempo – come istanza suprema e irrinunciabile dell’uomo. Ancora, Giordano, individua i palazzi, gli angoli, le strade in cui Tempio consumò le vicende personali e artistiche della sua vita, singolarmente trascorsa, per tutta la sua durata,a Catania, supportando il tutto con un’ampia appendice documentaria che presenta la riproduzione di inediti documenti d’archivio e di manoscritti dell’autore e con un’esauriente bibliografia che include anche una sitografia, con gli indirizzi web dove è possibile vedere i filmati di alcuni spettacoli del popolare cantante Brigantony alle prese con le sue sanguigne interpretazioni di alcune delle più famose poesie di Tempio.
Silvestro Livolsi