Acquisto copie per coprire le spese, doppio binario (alcuni autori pagano, altri no), mi pubblica gratis ma quanto devo sbattermi per promuoverlo, autopubblicazione presso la tipografia del cugino del portinaio, ciclostile anni 70 dall’amico che abita in cantina, fotocopia da chiavetta usb fatta di sfroso in ufficio o dalla cartolaia che sospira quando ti vede, ebook ah come mi sono trovato bene non devo rendere conto a nessuno.
Fuori da questi esempi estremi, in Italia, ogni giorno, vengono pubblicati 400 nuovi titoli. Un numero impressionante che il mercato non può metabolizzare. In più, mettici il proliferare di servizi online che ti permettono di pubblicare ebook e libri cartacei in un nanosecondo o poco più. Per chi scrive, agli esordi, la pubblicazione di una propria opera, sotto forma di romanzo, antologia di racconti, raccolta di poesie, è il sogno proibito. E qui inizia l’Odissea. Ci siamo passati tutti. File e risme di A4 che volano nell’etere digitale e passano nelle ruvide mani di postini più o meno solerti, lettere di accompagnamento, l’amico dell’amica della cognata che ti segnala, la ricerca affannata in rete per reperire le coordinate dell’editor. È forse più faticosa questa caccia al Santo Graal che lo scrivere.
Un giorno una editor mi disse: “Ci sono tre tipi di scrittori: quello che scrivono bene ma hanno idee piuttosto banali; quelli che scrivono malino ma hanno molta fantasia; quelli che scrivono bene e hanno buone idee. Di questi ultimi, forse qualcuno riuscirà a pubblicare il suo libro. Per le altre due categorie, non c’è quasi speranza“.
Io ho avuto la fortuna di incontrare una donna – una poetessa di afflato quasi greco – che mi ha segnalato ad Akkuaria. Ho pubblicato un primo libro, poi un secondo. Sto lavorando a un terzo. Ho vinto un premio letterario, compaio su una silloge dedicata al mito greco. Veniamo al punto: Akkuaria è una casa editrice molto attiva e propositiva. Ha dimensioni medio piccole, ma nel settore, si è ritagliata uno spazio di tutto rispetto. Crede negli esordienti, a prescindere da quello che riporta il loro documento di identità, Camilleri docet. Ecco, io ho alcuni amici e amiche che stanno pubblicando tramite servizi online o che scelgono la strada dell’autopubblicazione. Non credo sia questa la strada, anche se alcune volte è obbligata. La soddisfazione di “uscire” presso un editore, piccolo, medio, grande che sia, non ha eguali. Dà un valore aggiunto al tuo lavoro che l’autopubblicazione non può dare. Per l’autore è una gratificazione sapere di essere in catalogo, di comparire su IBS, Libreria Universitaria etc. Sapere di potere essere prenotato in libreria o richiesto all’editore stesso. Qui, sulla distribuzione e sui rapporti tra case editrici e librerie, si aprirebbe un discorso molto lungo, e non è questo l’ambito. Quello che voglio dire è che Akkuaria ha dato la possibilità ad uno sconosciuto, proveniente dal nevrastenico mondo della comunicazione, di vedere i propri scritti prendere vita sulla carta. Non è cosa da poco, fortifica l’autostima, tiene lontano i fantasmi, ti fa vedere le cose da un’altra angolazione, più positiva e serena. Quello che dico è di crederci, poi, certo, la sorte gioca un ruolo determinante. Ma così è la vita.
Carlo Lottek Landriscina