Ironica e solare, intraprendente ed energica, questa donna è un vero ciclone. Lo si capisce subito se ci si intrattiene qualche minuto a parlare con lei.
Parafrasando un noto motivetto non si esagererebbe dicendo che Vera Ambra fa l’effetto di uno shock.
Personalità frizzante e poliedrica, poetessa e scrittrice catanese di profonda sensibilità, autrice del romanzo Insabel di recente pubblicazione, Vera è presidentessa di Akkuaria, associazione culturale no profit con sede a Catania fondata nel duemila e divenuta, nel corso degli ultimi cinque anni, punto di riferimento per operatori dell’arte e della cultura sparsi in tutta la nostra penisola. “Akkuaria” – spiega Vera – “è una realtà nata il 14 febbraio del duemila come luogo aperto a tutti gli artisti, uno spazio senza discriminazioni in cui potersi esprimere a trecentosessanta gradi. La mia “creatura” è uno strumento che consente quotidianamente a tante personalità artistiche di avere voce in capitolo e che offre loro la possibilità di comunicare agli altri il frutto della propria creatività.“
Mi trovo con Vera Ambra in un bar. Al di là della vetrata ci corteggia un incantevole scorcio del lungomare catanese. Incomincia così, con una dissertazione su cosa s’intende per poesia, la mia chiacchierata con questa donna, il cui percorso di vita è del tutto imprescindibile da quello artistico. Vera, che presiederà alcuni appuntamenti letterari dal 6 al 9 maggio al Salone del libro di Torino, non ha dubbi a riguardo.
“La poesia” – sostiene – “è il pianto ed al contempo il conforto del poeta. Se è vero che il valore del prodotto di un’attività artistica è discutibile e comunque soggettivo è anche vero che non può essere negato a un poeta o a un artista in genere il diritto di esprimersi poiché l’arte è, secondo me, una meravigliosa bugia di cui tutti abbiamo bisogno per consolarci della realtà deludente che ci circonda. Tutti siamo un po’ poeti e tutte le forme d’espressione sono in fondo poesia. Per questo motivo non credo a quanti sostengono che lo scopo dell’arte debba essere quello di ricercare la verità. A parer mio noi stessi siamo la verità.“
Arte come evasione dalla realtà allora? La risposta dell’artista è chiara. “Nella mia esistenza ho sempre cercato di perseguire il fantastico, il sogno, il mondo dell’onirico, ma non come strumento per fuggire alla vita, quanto piuttosto come mezzo per sopperire alla negatività del reale individuando un’alternativa alla stessa.
Credo che quest’alternativa sia da ricercare nella vita medesima e penso che consista nel riuscire a cogliere gli aspetti positivi che il vivere può offrire. L’arte è certamente uno di questi aspetti.”
Akkuaria è proprio questo: l’organizzazione che riflette la concezione della vita e dell’arte di questa donna, tanto che la stessa Vera spiega come non vi sia alcuna differenza tra ciò che fa e quello che è.
“La mia associazione consiste “- precisa Vera – “per così dire, nello scatolone in cui ho dato ordine al caos della mia esistenza, al complesso mondo che mi vive dentro. Ad un dato momento della mia vita ho capito che programmare troppo la propria esistenza non ha senso e che la gioia e l’entusiasmo del vivere consistono nel non essere condizionati dalle cose da fare quanto piuttosto nello scegliere momento dopo momento cosa fare. E poi io sono troppo perfetta per poter fare programmi!“
Vera scherza. Non è uno scherzo invece Akkuaria che mette in contatto tra loro svariate realtà artistiche anche reciprocamente distanti. Chi volesse saperne di più può consultare il sito ufficiale dell’associazione www.akkuaria.com.
“Grazie ad Interne!” – chiarisce la fondatrice dell’associazione – “ho avuto la possibilità di concretizzare ciò che altri in passato non mi avevano consentito di fare. Mettere insieme tra loro le persone è sempre stato uno dei miei interessi principali. A quattordici anni per esempio organizzavo partite di calcio con il mero scopo di creare un momento di aggregazione. Era anche un modo per mistificare la barriera sociale che ancora esisteva in quel periodo tra ragazzi e ragazze. Anche perché io di calcio non capisco proprio nulla“
Vera fa dell’autoironia e mi guarda con gli occhi di chi, dopo una lunga ricerca, ha finalmente raggiunto un equilibrio inferiore.
“La vera forza dell’essere umano consiste secondo me” – afferma l’artista – “nel diventare padrone della propria vita e nell’avere piena consapevolezza di sé stesso pur nel rispetto dei ruoli sociali e nell’ascolto degli altri.”
Proprio quello che ha cercato di attuare questa donna, raggiante della pienezza del proprio essere e fiera di definirsi un “gatto randagio”, con la continua voglia di. scoprire giorno dopo giorno la bellezza e la continua mutevolezza dell’avventura della vita.
Mara di Maura
6 Maggio 2005